Intel ha perso un'opportunità d'oro per investire in OpenAI nel 2018


Intel ha perso un'opportunità d'oro per investire in OpenAI nel 2018

Nel 2018, Intel ha perso un'opportunità d'oro per investire in OpenAI, una decisione che avrebbe potuto cambiare radicalmente il panorama tecnologico attuale. OpenAI, una delle startup più preziose del mondo, aveva offerto a Intel una quota del 15% tra il 2017 e il 2018. A quell'epoca, OpenAI era un'organizzazione di ricerca no-profit che lavorava sull'intelligenza artificiale.

Le discussioni tra Intel e OpenAI includevano varie opzioni di investimento, tra cui l'acquisto del 15% delle quote di OpenAI per 1 miliardo di dollari in contanti e un'ulteriore quota del 15% se Intel avesse prodotto hardware per server a costo per OpenAI. Tuttavia, l'allora CEO di Intel, Bob Swan, ha rifiutato l'accordo, poiché riteneva che i modelli di intelligenza artificiale generativa non avrebbero avuto successo nel breve termine e quindi Intel non avrebbe potuto recuperare il suo investimento. 

Secondo un rapporto di Reuters, OpenAI era interessata a questo accordo per ridurre la sua dipendenza dalle GPU di NVIDIA e costruire la propria infrastruttura per la ricerca sull'IA. Inoltre, l'unità dei data center di Intel era riluttante a produrre chip a costo per OpenAI.

Questa vicenda rappresenta un chiaro esempio di come le opportunità mancate e i cambiamenti rapidi possano influenzare l'industria tecnologica. La crescita esponenziale dell'IA generativa, guidata da OpenAI, ha trasformato drasticamente la domanda di GPU, portando NVIDIA a raggiungere livelli senza precedenti. Se Intel avesse colto l'occasione di investire in OpenAI, le traiettorie di entrambe le aziende sarebbero potute essere molto diverse.

La storia sottolinea l'importanza per le grandi aziende di rimanere adattabili, pensare al futuro e essere aperti a nuove tecnologie, anche quando il loro impatto futuro non è immediatamente chiaro. La decisione di Intel di non investire in OpenAI è un promemoria delle potenziali conseguenze delle scelte aziendali nel settore tecnologico.

Fonti: Reuters