Meta nel mirino dell'UE per il modello "paga o acconsenti"


Meta nel mirino dell'UE per il modello "paga o acconsenti"

La Commissione europea continua a mettere sotto pressione Meta. Dopo le accuse di violazione del Digital Markets Act (DMA), ora è il turno dell'Autorità europea per la protezione dei consumatori (CPC) che ha inviato una lettera alla società di Mark Zuckerberg chiedendo chiarimenti sul modello "paga o acconsenti" adottato per Facebook e Instagram nell'Unione Europea.

Il modello in questione prevede la possibilità per gli utenti di sottoscrivere un abbonamento a pagamento per rimuovere gli annunci pubblicitari oppure di continuare a utilizzare i social network gratuitamente accettando la raccolta e l'utilizzo dei propri dati personali per la profilazione pubblicitaria.

Secondo il CPC, Meta potrebbe violare la normativa europea sulla protezione dei consumatori attraverso pratiche commerciali scorrette. In particolare, l'utilizzo del termine "gratuito" per descrivere un servizio che in realtà prevede la cessione dei dati personali potrebbe ingannare gli utenti. Inoltre, il complesso percorso di navigazione per accedere alle informazioni sulla privacy e ai termini di servizio potrebbe creare confusione.

Meta ha tempo fino al 1 settembre per rispondere alla lettera e proporre modifiche al suo modello di business. In caso di mancato rispetto della scadenza, l'Autorità europea potrebbe prendere provvedimenti sanzionatori.

La pressione su Meta è massima. Oltre alle accuse della CPC, la Commissione europea sta conducendo un'indagine sul rispetto del DMA, con la possibilità di sanzioni fino al 10% del fatturato globale in caso di violazione.

Il futuro del modello di business di Meta in Europa è dunque incerto e potrebbe subire importanti modifiche nei prossimi mesi.

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